Osservatorio PFAS

Perché Osservatorio PFAS?

a cura di Alberto Mantovani

I PFAS sono un gruppo numeroso di sostanze, anche se non tutte hanno o hanno avuto un utilizzo diffuso: molte di loro entrano nella nostra vita quotidiana, dai tessuti alle stoviglie.

Purtroppo, almeno alcuni di loro sono molto persistenti, “viaggiano” nell’ambiente senza degradarsi ed infine si depositano negli organismi viventi, compresi quelli, piante e soprattutto animali, di cui ci cibiamo.

La tossicità di tanti PFAS non è ancora nota; tuttavia nel 2020 l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha valutando i quattro PFAS più noti e più frequentemente misurati negli alimenti, riscontrando effetti tossici anche a dosi molto basse, ad esempio sulla immunità, nonché una presenza diffusa negli alimenti consumati in Europa, soprattutto pesce, uova, acqua potabile. Senza dimenticare che in alcune zone del mondo, come in un’ampia area della provincia di Vicenza, la contaminazione da PFAS raggiunge picchi dovuti a prolungati e non controllati scarichi di rifiuti industriali. La valutazione di EFSA ha indicato la necessità di ridurre l’assunzione di PFAS con gli alimenti; in risposta a ciò la Commissione Europea ha fissato dei Limiti Massimi Residuali in diversi alimenti di origine animale.

I PFAS, pertanto, sono un problema che coinvolge competenze e sensibilità disparate, dalla chimica industriale all’ ecologia all’agricoltura e alla zootecnia, sino all’epidemiologia umana e veterinaria e alla legislazione alimentare.

In sintesi, valutare e ridurre i rischi da PFAS richiede la visione integrata e transdisciplinare della “One Health”, come è chiaramente scaturito dal Convegno dedicato ai PFAS e organizzato da FOSAN nell’ottobre 2022 .

La comprensione del problema PFAS e dei metodi per contenerlo e ridurlo è in pieno sviluppo, grazie all’apporto di nuovi dati e nuove conoscenze, importantissimi per tutti gli attori, pubblici e privati, coinvolti nella sicurezza degli alimenti e dell’ambiente.

L’osservatorio PFAS di FOSAN ha proprio l’obiettivo di fornire aggiornamenti, basati su evidenze scientifiche e valutati dal Comitato Scientifico su

  • la situazione italiana dell’inquinamento degli alimenti da PFAS
  • l’analisi del rischio per le filiere agroalimentari
  • aspetti emergenti meritevoli di maggiore attenzione (es. MOCA, mangimi)
  • i metodi analitici
  • le azioni possibili di recupero o contenimento

L’Osservatorio ambisce a fornire corrette informazioni ai cittadini, supportare il lavoro di tutti gli Enti interessati e favorirne il dialogo. Si rivolge, pertanto, a consumatori, associazioni di cittadini, agricoltori e allevatori, imprese, nonché alle istituzioni pubbliche preposte alla tutela dell’ambiente, della sicurezza alimentare e della sanità pubblica.

Position paper

Valori limite di pfas nelle acque di abbeverata in relazione ai rischi di potenziale bioaccumulo negli animali da reddito

DOI: 10.4458/6298-01

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono una classe di composti chimici ampiamente utilizzati in vari settori industriali e commerciali per le loro proprietà oleo- e idrorepellenti, ossia impermeabilizzanti e antiaderenti. In particolare, dagli anni ’50, sono impiegati per la produzione di numerosi prodotti commerciali come tappeti, pelli, insetticidi, schiume antincendio, vernici, rivestimenti per contenitori alimentari, impermeabilizzanti per tessuti, padelle antiaderenti, stoviglie monouso etc. La loro stabilità chimica, unita a una bassa biodegradabilità e alla solubilità in acqua, gli conferisce un’elevata persistenza ambientale e la capacità di accumularsi negli esseri viventi, provocando inquinamento ambientale e danni alla salute umana.

Osservatorio PFAS ha posto l’attenzione sulla presenza di PFAS nell’acqua e negli alimenti. Il nostro intento è quello di offrire un’analisi dei percorsi attraverso cui acqua e cibo vengono contaminati, dei meccanismi e tessuti di accumulo, delle fonti di contatto con i PFAS (spesso inconsapevole), e del problema del loro trasferimento dai contenitori per alimenti al cibo. L’ultimo regolamento dell’Unione Europea UE 915/2023, che impone limiti sui PFAS riscontrabili nel cibo ed il Dlgs 18/2023 i limiti per le acque destinate ad uso umano, sollevano questioni molto interessanti:

• La definizione dei limiti di PFAS negli alimenti di origine animale non tiene conto del contenuto di PFAS nell’acqua di abbeverata e nei mangimi e, di conseguenza, i meccanismi di bioaccumulo animale in relazione all’introito di base;

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