Forte correlazione tra inquinamento ambientale e infertilità. Lo studio del dott. Montano
Gli studi sistematici di biomonitoraggio multicentrico sulla fertilità umana, coordinati dal dott. Luigi Montano, uroandrologo dell’Asl di Salerno, responsabile del progetto di ricerca EcoFoodFertility e past president della Società Italiana della Riproduzione Umana, evidenziano una forte correlazione tra l’inquinamento ambientale e la ridotta capacità riproduttiva. I risultati sono stati ottenuti in seguito allo studio degli spermatozoi – un biomarcatore di salute molto affidabile – di un campione composto da giovani di 18 anni, non fumatori, non bevitori, con un BMI omogeneo provenienti da Acerra e da Oliveto Citra.
L’analisi ha riscontrato che ad Acerra, nella Terra dei Fuochi, la maggioranza dei ragazzi presenta valori medi al di sotto dei limiti della norma, soprattutto per la motilità progressiva. Mentre a Oliveto Citra, zona meno inquinata, la fertilità è conservata.
Il dott. Montano ha esteso la ricerca a livello nazionale, monitorando il calo degli spermatozoi in aree fortemente inquinate come Taranto, Brescia e la Valle del Sacco nel Frusinate. A livello globale, dal 1940 al 2011, si è registrato un calo significativo di spermatozoi, passati in media da 113 milioni x ml a 49 milioni x ml. Montano sottolinea che l’infertilità maschile rappresenta un grave problema e che l’accelerazione delle patologie cronico-degenerative indica una riduzione dell’aspettativa di vita sana.
Sabato 11 maggio 2024 alle ore 12.20, il dott. Luigi Montano interverrà – congiuntamente al dott. Francesco Bertola, presidente di ISDE Vicenza – al convegno “PFAS: Valutazione del Rischio nella filiera agroalimentare dalla produzione primaria al confezionamento. Una visione One Health” organizzato da Fosan ETS, presentando i risultati del progetto di ricerca EcoFoodFertility, con un focus sullo studio epidemiologico sui PFAS e sulla fertilità maschile.
Link utili
Il convegno