Un sensore colorimetrico per individuare i Pfas nelle fonti d’acqua
Un gruppo di ricercatori dell’università degli Studi di Milano e dell’Università di Roma Tor Vergata ha sviluppato un sensore ottico che si basa sulla variazione di colore di un corrolo di silicio in seguito all’interazione con specifici inquinanti emergenti appartenenti alla famiglia dei PFAS in campioni d’acqua.
Questo strumento è in grado di eseguire analisi in loco di sorgenti d’acqua per determinare il contenuto di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). L’analisi dei dati, utilizzando il parametro della tinta ha permesso di calcolare, con grande sensibilità, la concentrazione di PFOA in base alle variazioni di colore.
Lo studio che presenta il sensore spiega che il supporto solido su cui è stato depositato il recettore è costituito da strisce di carta Colour Catcher®; una piattaforma ottica portatile composta da dispositivi elettronici a basso costo, come ad esempio un LED come sorgente luminosa e una webcam come rilevatore, è stata sviluppata per digitalizzare i cambiamenti di colore delle strisce durante le misurazioni. È stato osservato che i cambiamenti di colore dipendono proporzionalmente dalla concentrazione di PFOA.
Il sistema ottico sviluppato rappresenta un dispositivo di facile utilizzo, costruito con strumenti reperibili e materiali a basso costo. Queste caratteristiche, assieme alle prestazioni del sensore, la buona riproducibilità, il Limit of detection molto basso e la portabilità del dispositivo rendono questo sistema importante per l’analisi in tempo reale e in loco di fonti d’acqua naturali.
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