Riscontrate concentrazione molto alte di Pfas negli animali spiaggiati sulle coste toscane

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Alte concentrazioni di PFAS e sistema immunitario indebolito, questi i primi risultati dello studio condotto da ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana), in collaborazione con l’Università di Siena, su delfini (Stenella striata), tartarughe marine Caretta caretta e giovani squali spiaggiati sulle coste della Toscana.  L’esposizione ai PFAS e il conseguente indebolimento immunitario potrebbero essere tra le concause di morte degli animali marini analizzati.

Dai campioni di tessuto prelevati dagli animali– analizzati utilizzando la cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa ad alta risoluzione – è stato possibile riscontrare una concentrazione di PFAS molto più elevata nei delfini rispetto agli squali e alle tartarughe. In particolare, nei delfini (stella striata), le concentrazioni maggiori sono state trovate nel fegato, mentre quelle minori nel muscolo. Inoltre, le concentrazioni di PFAS sono maggiori nei delfini più giovani (appena svezzati o ancora allattati) mentre non sono emerse differenze di rilievo tra maschi e femmine.

Per risalire alle fonti di esposizione, i ricercatori hanno analizzato anche le prede contenute nello stomaco degli animali oggetto di studio. I risultati di questa prima indagine hanno evidenziato una minore concentrazione di PFAS nei pesci (acciuga, argentina e nasello) rispetto a crostacei e molluschi.

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Alte concentrazioni di Pfas trovate negli animali marini spiaggiati sulle coste toscane