Microplastiche come Vettori di PFAS: Implicazioni Ambientali e per la Salute Umana
Le microplastiche possono agire come vettori per i PFAS (Per- e PoliFluoroAlchilSostanze), contribuendo alla diffusione di queste sostanze chimiche nell’ambiente e all’accumulo nei tessuti biologici. L’interazione tra le microplastiche e i PFAS è un ulteriore motivo di preoccupazione per l’ambiente e la salute umana.
Questa interazione può avvenire per adsorbimento dei PFAS dalle acque contaminate, oppure per assemblamento come componente specifico di produzione. I PFAS possono essere presenti nell’ambiente acquatico a causa di scarichi industriali, dispersione da prodotti contenenti PFAS o inquinamento da fonti diverse. Quando le microplastiche entrano in contatto con queste acque contaminate, possono adsorbire i PFAS dalla soluzione acquosa. Questo fenomeno si verifica perché le microplastiche sono idrofobe, il che significa che respingono l’acqua e attraggono invece altre molecole idrofobe come i PFAS. Poiché le microplastiche possono essere trasportate da fiumi, laghi e oceani, i PFAS adsorbiti su di esse possono essere portati a lunghe distanze rispetto al loro punto di origine. Questo può contribuire alla diffusione geografica ed alla stabilizzazione dei PFAS nell’ambiente acquatico.
Le microplastiche che contengono PFAS adsorbiti possono essere ingerite da organismi marini come pesci, molluschi e plancton. Questo fenomeno rappresenta un’ulteriore via di ingresso per i PFAS nella catena alimentare marina. Quando i predatori superiori, inclusi gli esseri umani, consumano questi organismi marini contaminati, possono accumulare i PFAS nei loro tessuti.
Le microplastiche possono anche rilasciare gradualmente i PFAS adsorbiti nell’ambiente circostante. Questo può avvenire quando le microplastiche si degradano o subiscono processi fisici come l’abrasione. Di conseguenza, i PFAS precedentemente adsorbiti possono essere rilasciati nell’acqua, contribuendo ulteriormente alla contaminazione ambientale.
Nel 2018 l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha condotto un’indagine che ha rivelato una presenza di PFAS nelle acque sotterranee e di superficie di tutte le regioni italiane (Indirizzi per la progettazione delle reti di monitoraggio PFAS).
Inoltre, nel 2021 l’ISPRA ha condotto una campagna di monitoraggio delle coste italiane sul tema delle microplastiche in mare. Questa campagna ha recentemente raggiunto la sua conclusione, con i ricercatori e le ricercatrici di Ispra imbarcati sull’Astrea che hanno completato la raccolta di campioni dall’ambiente marino. I campioni raccolti durante questa campagna saranno ora sottoposti ad analisi dettagliate in laboratorio. L’obiettivo di queste analisi è quello di valutare la presenza e la distribuzione delle microplastiche nelle acque marine lungo le coste italiane.
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