Il metodo di defluorurazione a temperatura ambiente utilizza la luce per bonificare i PFAS

 

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Oggi i PFAS si trovano nelle riserve di acqua potabile di tutto il mondo, negli alimenti e persino nel suolo dell’Antartide. Sebbene sia prevista l’eliminazione graduale della produzione di PFAS, il loro trattamento rimane difficile, poiché si decompongono solo a temperature superiori ai 400°C. Di conseguenza, alcune quantità di prodotti contenenti PFAS e PF finiscono nelle discariche, creando potenzialmente rischi di contaminazione futura.

Ora, un metodo di defluorurazione a temperatura ambiente proposto dai ricercatori della Ritsumeikan University potrebbe rivoluzionare il trattamento dei PFAS. Il loro studio, pubblicato sulla rivista Angewandte Chemie International Edition il 19 giugno 2024, illustra un metodo fotocatalitico che utilizza la luce visibile per scomporre i PFAS e altri polimeri fluorurati (FP) a temperatura ambiente in ioni fluoro.

Il metodo proposto prevede l’irradiazione di luce LED visibile su nanocristalli di solfuro di cadmio (CdS) e nanocristalli di CdS drogati con rame (Cu-CdS) con leganti superficiali di acido mercaptopropionico (MPA) in una soluzione contenente PFAS, FP e trietanolammina (TEOA). I ricercatori hanno scoperto che l’irradiazione di questi nanocristalli semiconduttori genera elettroni con un alto potenziale di riduzione che rompono i forti legami carbonio-fluoro delle molecole di PFAS.

Per il PFOS, l’efficienza della defluorurazione è stata del 55%, 70%-80% e 100% rispettivamente per 1, 2 e 8 ore di irradiazione luminosa. Con questo metodo, i ricercatori hanno anche ottenuto una defluorazione dell’81% del Nafion, un fluoropolimero, dopo 24 ore di irradiazione luminosa. Il Nafion è ampiamente utilizzato come membrana a scambio ionico nell’elettrolisi e nelle batterie.

Leggi la notizia: Room-temperature defluorination method uses light to clean up forever chemicals (phys.org)