Germania

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In Europa sono stati rinvenuti oltre 17mila siti contaminati da sostanze perfluorurate e polifluorurate (PFAS). Secondo i dati, solo in Germania i punti individuati sono stati circa 1.500, di cui 300 sono stati definiti veri e propri hotspot, con contaminazioni del suolo, delle acque sotterranee e dell’acqua potabile. Infatti, una volta che i PFAS vengono prodotti e rilasciati nell’ambiente, tendono ad accumularsi, con conseguenti rischi significativi per la salute umana. Fonti primarie di PFAS nell’ambiente sono siti industriali, discariche e campi di addestramento antincendio. Un esempio è la città di Düsseldorf, dove l’uso di schiume antincendio contenenti PFAS ha comportato la loro diffusione in acque sotterranee, con un costo per la bonifica del suolo attorno all’aeroporto stimato in 100 milioni di euro.

Ma uno degli hotspot più discussi rappresenta la zona di Rastatt nel Baden-Württemberg, dove sono stati sparsi su terreni coltivabili fanghi di cartiera presumibilmente contaminati. L’inquinamento, rilevato nel 2013, ha visto il lungo impiego di compost misto a fanghi contaminati provenienti dalla produzione di carta. Nel corso del tempo queste sostanze si sono andate ad arricchire nelle piante, distribuendosi nelle acque sotterranee.

Durante il periodo di applicazione, non esistevano limiti normativi per PFAS nell’ordinanza tedesca che regolavano l’uso di fertilizzanti, ammendanti e coadiuvanti per piante.

Nonostante gli effetti negativi dei PFAS sono ormai noti, in Germania non sempre le autorità hanno informato la popolazione locale e la rimozione è stata completata in meno dell’uno per cento di tutti i casi sospetti di PFAS. Questo anche a causa degli elevati costi per la bonifica del suolo e per il trattamento delle acque.

Il quadro mostrato evidenzia chiaramente che una volta emessi nell’ambiente, i PFAS causano contaminazioni irreversibili, causando quindi elevati costi socioeconomici e minacce per l’uomo e l’ambiente.

Per questo, al fine di supportare le autorità di regolamentazione tedesche nella valutazione e determinazione di soluzioni correttive nei casi di contaminazione da PFAS, è stato pubblicato un documento intitolato “Remediation management for local and wide-spread PFAS contaminations” che fornisce informazioni sulla gestione della bonifica dei PFAS. Il documento descrive le proprietà chimiche dei PFAS, i rischi per la salute associati all’esposizione ai PFAS e le tecniche di bonifica disponibili.

Infatti, nonostante in Germania siano stati sviluppati diversi approcci metodologici per l’identificazione e l’indagine dei siti contaminati da PFAS, è necessario definire linee guida simili per la gestione della pianificazione di bonifica e le possibili azioni specifiche da intraprendere. Per le differenti opzioni, in questa guida vengono discussi i vantaggi e gli svantaggi delle procedure attuate in Germania, comprendendo la sostenibilità e l’equilibrio ecologico dei metodi.

Il documento suggerisce che la scelta della tecnologia di bonifica può essere effettuata utilizzando diverse tecniche di trattamento, tra cui la termodegradazione, l’ossidazione chimica e la defluorinazione.

Tuttavia, a causa delle proprietà variabili dei singoli composti costituenti i PFAS, la scelta della tecnologia di bonifica dipende dalle caratteristiche del sito contaminato e dalle proprietà chimiche dei PFAS presenti.

Link utili

Short chain perfuoroalkyl acids environmental concerns and a regulatory strategy under REACH

Remediation management for local and wide-spread PFAS contaminations