Pfas, quali sono le pratiche consigliate per difendersi dagli inquinanti “eterni”

 

Articolo test

La presenza diffusa di sostanze chimiche perfluoroalchiliche (PFAS) è stata riscontrata in diverse aree e fonti in tutto il mondo, compresa l’Italia. Queste sostanze, ampiamente utilizzate in numerosi settori industriali e commerciali, sono state rilevate in diverse matrici ambientali e prodotti alimentari di consumo, generando preoccupazioni per la salute umana e l’ambiente. In Italia, i PFAS sono stati individuati in vari contesti e fonti.

Recentemente, sono stati rilevati PFAS nelle acque della regione Lombardia, evidenziando la loro presenza diffusa. Tuttavia, un caso di contaminazione da PFAS ben noto e di grande preoccupazione si è verificato nel Veneto.

Il Forever Pollution Project ha censito oltre 1.600 siti a rischio in Italia e più di 17.000 in Europa. Questi siti rappresentano potenziali fonti di inquinamento e sono oggetto di particolare attenzione. Le regioni italiane più a rischio identificate includono il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, la Toscana e la Basilicata, non escludendo la possibilità di identificare ulteriori siti.

Prendiamo spunto dall’articolo in link, per porre il nostro punto di vista per ridurre possibili contatti “pericolosi”, o ridurre la diffusione dei PFAS

  • È importante fare attenzione alle pentole e padelle antiaderenti che spesso sono rivestite con materiali evoluti dei PFAS.
  • Attenzione alle confezioni idro e oleo-repellenti per alimenti da asporto o usa e getta
  • Gli esperti hanno evidenziato che il pericolo risiede nel tempo di contatto tra il cibo e il sacchetto di plastica o l’involucro di carta, ad es.: riscaldare i popcorn preconfezionati da microonde o utilizzare mix per torte pronte alla cottura.
  • I fast food meritano spesso utilizzano confezioni che contengono PFAS. Gli involucri utilizzati per avvolgere hamburger, patatine fritte, insalate e altri cibi di fast food possono contenere sostanze chimiche perfluoroalchiliche.
  • Valori anomali di Pfas sono stati rilevati nei pesci di acqua dolce.
  • Gli esperti raccomandano di conservare gli avanzi alimentari in contenitori di vetro anziché in plastica. La plastica, specialmente se non è di alta qualità o se è esposta a temperature elevate, può rilasciare sostanze chimiche nocive nel cibo.
  • Valutare le zone di provenienza dei cibi, in particolare di pesci e uova, accostandosi preferenzialmente a prodotti che possano garantire una particolare attenzione di filiera.
  • Vestire solo con abbigliamento in fibra naturale, oltretutto questo avvantaggia anche una riduzione delle microplastiche.
  • Utilizzare nelle pulizie quotidiane detergenti naturali, come aceto o alcol, riservando i detergenti specifici solo alle pulizie profonde.
  • Non aggiungere al compost materiali in carta compostabile
  • Utilizzare pentole in acciaio, coccio o in vetro pirex
  • Fare un uso moderato ed attento della pellicola per alimenti, non riutilizzare la carta forno,
  • Preferire i contenitori in vetro per la conservazione dei cibi, evitare di riutilizzare i contenitori in plastica dei prodotti confezionati, soprattutto con cibi caldi.

Nell’articolo, in uno dei punti, si consiglia di prediligere bottiglie di plastica rispetto all’acqua di rubinetto per evitare possibili contaminazioni. Non siamo dell’opinione di consigliare l’uso di acqua in bottiglie di plastica per le seguenti ragioni:

  • L’utilizzo di bottiglie di plastica non assicura una mancanza di trasporto di sostanze PFAS o altri composti chimici di fabbricazione, attraverso l’acqua, nell’organismo umano, soprattutto se mal conservate.
  • La raccomandazione di utilizzare acque in bottiglia di vetro, è un’alternativa auspicabile solo nelle aree di alta contaminazione di PFAS, nelle altre zone è possibile avere una sicurezza sufficiente per poter mantenere l’uso di acque da rubinetto senza avere conseguenze accertate. Nella zona rossa che va dalle province di Vicenza, Padova, Verona e Venezia e anche a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, si raccomanda ai residenti nelle zone inquinate dai PFAS, di non bere acqua di rubinetto poiché, è possibile che in essa le sostanze perfluoro-alchiliche superino i livelli tollerabili.
  • Infine occorre evidenziare che promuovere l’uso di acqua in bottiglie di plastica grava sull’inquinamento ambientale.   di seguito il link del’articolo di SKY

Pfas, quali sono le pratiche consigliate per difendersi dagli inquinanti “eterni”