PFAS in Trentino:  controlli negli oltre 100 laghi e corsi d’acqua

 

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Dopo un periodo di quattro anni di monitoraggio condotto su più di 100 laghi e corsi d’acqua, non sono state riscontrate criticità significative, ad eccezione di alcune situazioni specifiche. In particolare, sono state identificate alcune problematiche a Rovereto nella zona ex Gallox, nella falda del Chiese e nella discarica di Arco. Per affrontare queste situazioni, sono state rafforzate le attività di verifica e studio al fine di individuare possibili soluzioni. Dal 2018, l’APPA (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici) ha avviato un ampio e dettagliato controllo sulle acque superficiali e sotterranee. In particolare, per quanto riguarda i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche), nel quadriennio 2019-2022 sono stati monitorati 93 corsi d’acqua, 7 laghi e 10 siti di acque superficiali.

  • Nel caso della falda del Comune di Rovereto, sia la Provincia che il Comune stanno attualmente effettuando un’analisi di rischio del sito. Questo processo consentirà di determinare le azioni necessarie e la strategia da adottare per affrontare la situazione. Nel frattempo, l’APPA (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici), il Comune di Rovereto e l’APSS (Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari) stanno conducendo un controllo dettagliato del territorio al fine di valutare l’impatto della presenza di PFAS e di stabilire eventuali misure di sicurezza d’emergenza.
  • Per quanto riguarda la zona del Chiese, attualmente è in corso lo studio condotto dall’Università di Trento al fine di determinare la possibile fonte di contaminazione da PFAS riscontrata nella falda e di definire eventuali azioni di bonifica necessarie. Questo studio mira a identificare l’origine della presenza di PFAS nel territorio e a valutare le misure da adottare per affrontare la situazione.
  • Per quanto riguarda la situazione di Arco, come sottolineato precedentemente, è attualmente in corso una bonifica radicale della discarica della Maza. L’obiettivo di questa bonifica è rimuovere circa un milione di metri cubi di rifiuti da un’area della discarica non impermeabilizzata e trasferirli, dopo una selezione e un processo di inertizzazione, in un’area impermeabilizzata.

L’attività di bonifica è accompagnata da una capillare rete di piezometri per la verifica della presenza del PFAS e degli altri inquinanti in falda.

Nel corso dell’ispezione ordinaria dell’Agenzia Italiana per l’Ambiente (AIA) presso l’impianto di depurazione di Rovereto APPA nel 2019, sono stati rilevati e raccolti dati relativi alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei seguenti punti:

  • Refluo di fognatura nera entrante nel depuratore: sono state rilevate tracce di PFAS nel refluo proveniente dalle reti fognarie prima di essere trattato nel depuratore.
  • Rifiuto-percolato della discarica di Maza di Arco conferito al depuratore: anche nel percolato proveniente dalla discarica situata a Maza di Arco e conferito all’impianto di depurazione, sono stati rilevati elementi di PFAS.
  • Scarico del depuratore nel fiume Adige: al termine del trattamento, lo scarico del depuratore, che riversa le acque depurate nel fiume Adige, presentava anch’esso tracce di PFAS.

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PFAS in Trentino: situazione sotto controllo negli oltre 100 laghi e corsi d’acqua