Novità dal Convegno “PFAS – Analisi retrospettiva e prospettive future”

fig.1: distribuzione spaziale delle provincie di produzione e dei siti di campionamento in Cina

Alla Pontificia Università Lateranense, il 6 ottobre 2023 si è tenuto il Convegno intitolato “PFAS – Analisi retrospettiva e prospettive future”, durante il quale si sono alternati relatori afferenti a diversi enti, associazioni o università, ma tutti esperti di contaminazione da sostanze poli- e per-fluoroalchiliche a seconda delle proprie competenze; in particolare, il Convegno ha coinvolto la presenza della Fosan attraverso l’intervento del Dott. Alberto Mantovani, presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio PFAs.

A seguito dei saluti di don Massimo Angelelli (Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI), il Convegno si è aperto con l’intervento del dott. Polesello e della dott.ssa Valsecchi, afferenti all’IRSA-CNR, i quali hanno raccontato la storia dietro la scoperta della contaminazione da PFAS in Veneto; a questo racconto, si unisce il dott. Vincenzo Cordiano (ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente) che ha esposto il punto di vista sanitario sulla questione.

La prima tavola rotonda interessa l’impatto determinato dalla contaminazione, quindi, si è parlato dei soggetti coinvolti e degli effetti sulla loro salute grazie all’intervento del dott. Bertola (medico ISDE) e delle matrici ambientali grazie ad Andrea Minutolo di Legambiente. In questo contesto, rientra anche il problema della sicurezza alimentare: ne parla il dott. Alberto Mantovani (FOSAN). Il suo intervento è così riassunto: la contaminazione pervasiva delle filiere agroalimentari è la via di esposizione principale alle emissioni ambientali di PFAS per la popolazione generale: alcuni tipi di alimenti, come uova e pesce, sono particolarmente vulnerabili in virtù delle dinamiche di diffusione ambientale e bioaccumulo. La più aggiornata valutazione del rischio (EFSA, 2020) di PFOA, PFOS, PFNA e PFHxS ha messo in evidenza importanti effetti tossicologici (soprattutto sullo sviluppo immunitario) comuni alle quattro sostanze, nonché la preoccupazione per effetti avversi sulla salute della popolazione europea, soprattutto bambini. Nel 2023 l’Unione Europea ha, finalmente, definito limiti massimi di residui negli alimenti di origine animale per i quattro PFAS; di contro, le limitate conoscenze su altri PFAS rappresentano una incertezza importante. Infine, è fondamentale caratterizzare i determinanti di esposizione per gli organismi viventi -piante ed animali- da cui originano i nostri alimenti, sviluppando un approccio One Health per la prevenzione dei rischi derivanti dall’esposizione alimentare.

Chiude la prima tavola rotonda, un interessante ed emotivamente coinvolgente intervento del gruppo delle MAMME NO PFAS che esprimono i costi umani con le parole di chi vive la contaminazione in prima persona. In questo senso, le MAMME NO PFAS hanno invitato anche Claudio Lombardi, ex assessore di Spinetta Marengo, il quale ha portato la testimonianza dell’inquinamento causato dal polo chimico di Spinetta Marengo.

La seconda tavola rotonda ha riguardato le normative e la giurisprudenza che concerne la contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche; pertanto, si sono alternati gli interventi dei professori dell’Università di Padova, quali Claudia Marcolungo e Maurizio Malo, e del professor Raffaele Bifulco dell’Università LUISS. Inoltre, la parte giurisprudenziale ha avuto voce grazie a Matteo Ceruti, avvocato nella causa Miteni ed esperto in materia facente parte del Comitato Scientifico dell’Osservatorio PFAs fondato da Fosan. Questa fase del convegno ha visto anche l’intervento di Giuseppe Ungherese di Greenpeace che ha parlato del ruolo della giustizia nella società civile. Il concetto permeante, in questo contesto, è stato il Principio di Precauzione.

La seconda e ultima sessione è quella che esplora il concetto di violenza ambientale dal punto di vista psicologico attraverso l’esperienza e gli studi del prof. Adriano Zamperini e della prof.ssa Marialuisa Menegatto dell’Università di Padova.

Infine, le fotografie di Federico Bevilacqua, biologo di formazione e fotografo per passione, hanno rivelatore il loro potere rappresentando gli effetti visibili e reali della contaminazione da PFAS in Veneto.

Ulteriori dettagli sono visionabili al seguente link:

https://salute.chiesacattolica.it/pfas-analisi-retrospettiva-e-prospettive-future/

programma convegno pfas cei