Enea sta sviluppando un nuovo metodo per trattare le acque contaminate da PFAS
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Enea sta sviluppando un nuovo metodo per trattare le acque contaminate da Pfas utilizzando plasma elettronici. Un team di ricercatori del Centro Enea di Bologna sta infatti lavorando a una applicazione della tecnologia basata su un fascio di elettroni di energia controllata per rimuovere i Pfas dalle acque per uso civile.
L’azione chimico-fisica del fascio di elettroni permetterebbe di degradare questi inquinanti, altamente persistenti nell’ambiente, in sostanze più facili da rimuovere e di trattare, allo stesso tempo, grandi volumi di acqua in tempi molto brevi.
“In pratica, il fascio di elettroni spezza il legame carbonio-fluoro dei PFAS, che è uno tra i più forti nella chimica organica. Il risultato è la formazione di fluoruri, che sono comunque inquinanti ma decisamente più facili da trattare e da abbattere. Tecnologie analoghe sono già in uso, in varie parti del mondo, per il trattamento di acque reflue con svariati tipi di inquinanti e permettono di abbattere sensibilmente i costi di gestione degli impianti. Nel caso dei PFAS, questa tecnica potrebbe essere l’unica realmente efficace per ottenere risultati soddisfacenti”, spiega Antonietta Rizzo, responsabile del Laboratorio ENEA “Metodi e Tecniche nucleari per la sicurezza, il monitoraggio e la tracciabilità”, che fa parte della rete dell’Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna.
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