EFSA ASSOLVE IL GLIFOSATO? NO, ANCHE SE NON E’ “IL VELENO DEL SECOLO” (GIA’SI SAPEVA)

 

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Di Alberto Mantovani

EFSA non “assolve” il Glifosato (né lo condanna), ha valutato i dati disponibili (tanti, pure troppi) e trae delle conclusioni dai dati stessi che verranno utilizzate dai legislatori per decidere se rinnovare l’autorizzazione all’uso agricolo del Glifosato per tutti gli usi proposti o solo per una parte di essi. E ricordiamo che: EFSA ha il compito di valutare il principio attivo, non i prodotti: sappiamo che almeno alcuni dei prodotti commercializzati da Monsanto sono più tossici del principio attivo, ad esempio per quanto riguarda l’interferenza endocrina (come ha mostrato lo studio -2019- coordinato dall’Istituto Ramazzini di Bologna, v. il link sotto). EFSA valuta il rischio (esseri umani, animali, ambiente) utilizzando scenari di esposizione derivati dagli usi proposti, quindi: colture, quantità, durata, modalità. Ad esempio il pesticida XY non rappresenta un rischio per le api per l’uso proposto nella coltivazione delle fragola, mentre lo rappresenta per la vite.

Cosa dice, quindi EFSA sul principio attivo Glifosato utilizzato secondo le modalità proposte?

  • Non ci sono “critical areas of concern”, vale a dire non ci sono aspetti che ne raccomandino il divieto tout court: non è cancerogeno (e questo già lo si capiva leggendo il documento IARC), non è un interferente endocrino, tossico per la riproduzione o altamente persistente. Ovviamente non è acqua fresca, si evidenziano soglie da non superare sia per gli esseri umani sia per gli altri animali e le piante, ma almeno alcuni degli usi consentono di non superare tali soglie

Allora nessun problema? SI che ci sono problemi

  • In primis per i mammiferi selvatici o sinantropi (che vivono accanto a noi senza essere domestici): una valutazione cautelativa (“ragionevole caso peggiore”) indica un rischio elevato a seguito di esposizione a lungo termine per 12 su 23 degli usi proposti
  • Carenze di dati importanti (e secondo me sorprendenti per una sostanza oramai ampiamente studiata):
  1. a) tossicologia: la possibilità che una impurezza sia genotossica (danneggi il DNA) non è stata chiarita; mancano dati sui possibili effetti sullo sviluppo neurocomportamentale, i quali non possono essere esclusi completamente;
  2. b) per noi consumatori, i residui per colture importanti come carote, lattuga, grano. EFSA non ritiene probabile che ulteriori dati portino ad evidenziare un rischio, e qui sarà importante leggere il parere completo
  3. c) per gli organismi ambientali, la tossicità per le piante acquatiche in seguito a usi con spray

Vi sono poi alcuni aspetti scientificamente complessi per i quali i modelli e i criteri sono ancora in evoluzione: gli effetti sulla biodiversità, quindi a livello ecosistemico più che di singole specie (ad es., equilibrio prede-predatori) e gli effetti sul microbioma, che per il Glifosato potrebbero essere di un certo significato. Su questi aspetti EFSA suggerisce ai legislatori -nell’incertezza- di considerare misure di riduzione del rischio. Sarà molto interessante leggere il documento completo.

Due conclusioni personali: c’è ampio spazio per la ricerca, vale a dire per produrre dati validi sulle attuali lacune conoscitive, nonché per produrre modelli innovativi Soprattutto c’ampio spazio per il legislatore europeo, considerando sia le evidenze disponibili, sia le incertezze (importanti), sia le possibili alternative (a me risulta ci siano e che il Glifosato non sia affatto insostituibile, ma qui cedo la parola ai competenti). Come cittadino italiano ed europeo, qualche misura di riduzione del rischio me l’attendo.

Link utili:

Glifosato. Efsa: “Nessuna area di preoccupazione critica, ma lacune nei dati”. La parola a Commissione europea e Stati membri

https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/2023-07/glyphosate_factsheet.pdf

The Ramazzini Institute 13-week pilot study glyphosate-based herbicides administered at human-equivalent dose to Sprague Dawley rats: effects on development and endocrine system