Campania, Italia

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Il 13 dicembre 2021 il relatore speciale dell’Onu sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento di sostanze e rifiuti pericolosi ha rivolto all’Italia la sua preoccupazione per quanto riguarda la cattiva gestione dei rifiuti industriali. La visita si è basata su tre temi principali:

  • Siti contaminati
  • Gestione dei rifiuti
  • Utilizzo dei pesticidi

Una tappa di questo viaggio è stata la “Terra dei fuochi” che si trova in Campania nella zona che va da Benevento fino alla provincia di Caserta. Il nome di questa zona si riferisce all’interramento di rifiuti tossici e rifiuti speciali di cui una parte di questi rifiuti è stata trasportata in Campania dalle aree industrializzate del nord Italia e questo perché diverse industrie si erano affidate a queste “eco-mafie” per poter abbattere i costi dello smaltimento dei rifiuti. La presenza delle discariche abusive e l’innesco di vari roghi, per l’incenerimento illegale di rifiuti industriali, ha generato livelli molto alti di inquinamento dell’aria, del suolo ma anche dell’acqua. Questo ha portato le autorità a svolgere un’attenta analisi su 400 ettari di terreno e il 12% di questo risultava essere totalmente inadatto all’agricoltura e invece sul 20% di questi terreni risultava parzialmente vietata l’agricoltura. Uno dei principali problemi legati a questa zona è sicuramente la poca informazione su questo problema; e vari studi svolti hanno documentato un aumento della morbidità e della mortalità nelle persone che vivono in queste zone inquinate. Poiché l’inquinamento dei PFAS non riguarda esclusivamente le regioni del nord, le autorità regionali stanno monitorando la situazione sanitaria di alcuni abitanti e di alcuni prodotti alimentari in relazione all’inquinamento di questi composti, tuttavia, il monitoraggio è limitato alla zona più inquinata il che solleva serie preoccupazioni per coloro che vivono nelle altre zone colpite circa il livello di inquinamento da Pfas nei loro organismi e la sicurezza dei prodotti alimentari che consumano.

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce, in conformità al decreto legislativo 152/2006 e alla Direttiva europea 2000/60 CE (Direttiva Quadro sulle Acque), lo strumento regionale volto a conseguire gli obiettivi di qualità delle acque superficiali e sotterranee e a garantire la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche. Il Piano, che copre il periodo di sei anni dal 2020 al 2026, include un’analisi dettagliata di natura tecnico-scientifica dei corpi idrici, accompagnata da 90 misure di protezione da attuare a livello regionale al fine di raggiungere gli obiettivi di qualità e gli standard stabiliti dalle direttive comunitarie.

https://www.sogesid.it/it/comunicazione/news/campania-adottato-al-piano-di-tutela-delle-acque

Dal 17 al 27 aprile l’Arpa Campania ha eseguito tutti i campionamenti per definire la qualità delle acque di balneazione effettuando 400 analisi in un arco costiero di acque adibite all’uso balneare di circa 480 chilometri. I punti di prelievo della campagna 2023, previsti dalla delibera di Giunta regionale 137/2023, sono 328 ma sono stati aggiunti anche altri campionamenti laddove era previsto un possibile inquinamento. Nel comune di Serrara Fontana la spiaggia denominata “Sant’Angelo” il giorno 27 aprile sono stati effettuati dei controlli aggiuntivi che hanno stabilito il divieto di balneazione per problemi legati alla condotta sottomarina e agli scarichi che insistono nel tratto di costa considerato. Durante l’analisi mensile, sono state riscontrate differenze nei campioni prelevati oltre ai punti “routinari” regolari (punti di prelievo identificati nell’area di massimo afflusso dei bagnanti). Queste differenze sono state osservate nei punti designati come “studio” (PS), situati in aree a rischio di inquinamento, dove la balneazione è sconsigliata. In particolare, tali casi riguardano il punto di studio posizionato alla foce del canale Aurunco nell’acqua limitrofa “Nord macchine vecchie” a Sessa Aurunca, il punto nell’acqua di Bacoli denominato “Spiaggia Romana – Colonia vescovile”, il punto di Coroglio di “Nisida” a Napoli, il punto di “Lucrino” a Pozzuoli situato alla foce del lago omonimo, il punto di “Torre San Marco” ad Agropoli e il punto di studio di “Tenuta Spineta” a Battipaglia.

https://www.sogesid.it/it/comunicazione/news/campania-approvato-il-piano-di-tutela-delle-acque

Nella classificazione dello stato chimico e quantitativo dei corpi idrici sotterranei la valutazione ha coinvolto l’analisi di 72 corpi idrici per i quali è stata definiti una classe di qualità. I corpi idrici che presentano uno Stato Chimico NON BUONO sono:

  • la Piana del Volturno-Regi Lagni
  • la Piana a Oriente di Napoli
  • i Campi Flegrei
  • il Somma-Vesuvio
  • la Piana di Benevento
  • la Piana di Solofra
  • la Piana di Sarno
  • la Piana del Vallo di Diano
  • Area di Ariano Irpino
  • Basso
  • Corso del Lambro e Mingardo
  • Area di Apice-Grottaminarda

Per il contenimento dell’inquinamento da sostanze prioritarie e altri inquinanti specifici e per poter quindi raggiungere gli obiettivi di riduzione di queste sostanze nei corpi idrici si cerca di eliminare le emissioni, gli scarichi e la perdita di sostanze pericolose prioritarie che sono previsti nella Direttiva 2000/60 CE e dal d.lgs. 152/06. Il piano richiede una particolare attenzione nella definizione delle misure per il contenimento del rilascio di inquinanti da parte di piccole e medie imprese e di conseguenza, si suggerisce di aumentare al massimo il convogliamento dei rifiuti industriali nelle fognature e di migliorare la capacità di rimuovere i microinquinanti attraverso gli impianti di trattamento dei reflui urbani, specialmente nelle situazioni più problematiche.

Un interessante studio, condotto dal gruppo del Dottor Luigi Montano, Uro-andrologo, responsabile dell’Ambulatorio Pubblico di Andrologia della ASL di Salerno, si occupa di biomonitoraggio umano: EcoFoodFertility, originariamente concepito in Campania con l’obiettivo di stabilire una connessione scientifica tra i preoccupanti livelli di inquinamento ambientale nelle province a nord di Napoli e nel basso casertano e l’aumento significativo delle patologie cronico-degenerative osservato negli ultimi decenni. Tramite un approccio di “system biology” è stato analizzato lo stile di vita di maschi giovani sani residenti in queste aree a rischio, ma con diverse pressioni ambientali, tramite vari esami che andavano a valutare i contaminanti, biomarcatori ossidativi, immunologici, genetici, epigenetici, proteomici, lipidomici e metabolomici, il materiale biologico più importante al fine di questo progetto è sicuramente quello del liquido seminale, associato a quello del sangue delle urine.

Il trial clinico, sulla valutazione dello stato di salute, ma soprattutto della fertilità, prevedeva lo sviluppo di modelli alimentari come la Dieta Mediterranea con l’utilizzo prioritario di prodotti biologici, oltre a nutraceutici e alimenti funzionali con proprietà benefiche per la salute per poter contrastare il danno causato da inquinanti ambientali. Gli importanti risultati ottenuti, con conseguente aumento della fertilità, hanno dato avvio ad una seconda sperimentazione focalizzata sui PFAS in collaborazione con il gruppo del dott. Bertola-ISDE Veneto

Bibliografia